Negli ultimi giorni, ho incontrato sedicenti pacifisti che legittimano e plaudono l’invio di armi in Ucraina da parte del nostro paese. Domando a questi pacifisti se sanno davvero cosa significhi stare in guerra. Domando loro se hanno mai osservato lo sguardo di un’adolescente che fissa il vuoto tra le macerie, se hanno mai visto scendere
Sara è psicologa, psicoterapeuta e consulente tecnico. Da aprile 2020 cura per la testata “l’AntiDiplomatico” il blog “Mondo e Psicologia” su attualità internazionale e temi d’interesse psicologico. Autrice del libro Donbass, la guerra fantasma nel cuore d’Europa. Link all’articolo
Un pensiero critico per creare un vero fronte di pace – Sara Reginella La guerra, nella percezione collettiva indotta dai media, è iniziata il 24 Febbraio. Nella realtà delle cose invece è iniziata nel 2014, soltanto che era stata silenziata fino a venti giorni fa. “Stiamo tutti pagando l’indifferenza di questi otto anni” “schierarsi da
Questa tragedia si poteva evitare? Sì. Limitarsi a condannare le guerre non basta, occorre comprendere e denunciare gli interi meccanismi che le hanno provocate. Nel provare sofferenza per quello che sta accadendo in questi giorni e nel sentirmi vicino alla popolazione ucraina e del Donbass, provo altresì orrore rispetto alle posizioni dei politici che sostengono
Ricordo perfettamente i primi mesi dell’estate 2014, quando i bombardamenti aerei contro il Donbass venivano censurati in tutto il mondo occidentale. Nessuno ne parlava, nessuno. Sono dovuta andare in quelle terre, per ascoltare le testimonianze drammatiche dei civili e capire che la guerra esisteva veramente. Lo spiego nel mio libro e da anni ripeto che
La guerra in Donbass è stata occultata per otto anni per gli stessi motivi per cui Julian Assange, che ha raccontato la verità sui crimini dall’Occidente, ora, è rinchiuso in prigione. Fatta questa premessa, comunico ai molti che mi stanno chiedendo dove possono acquistare “Donbass. La guerra fantasma nel cuore d’Europa”, esaurito in tutte le
Per comprendere un sintomo, occorre conoscere il sistema entro cui esso si esprime. Allo stesso modo, per comprendere un conflitto, dovremmo conoscere il contesto in cui esso esso stesso si inserisce. Con l’invito a uscire dalla logica da stadio che porta all’odio e ci allontana dalla vicinanza che dovremmo avere verso qualsiasi popolo che soffre,