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Il politicamente corretto è il miglior alleato delle diseguaglianze sociali

Dall’iniziale rischio di delegittimazione all’attuale stato di strumentalizzazione della rivolta per George Floyd.

La protesta nata a Minneapolis è apparsa caotica per giorni, priva di una propria “coscienza”.
L’auspicio era che da essa emergesse un’intellighenzia militante con la capacità di darle una consapevolezza strutturata in obiettivi e contenuti, all’interno di una lotta per un mondo più giusto (…).
Nell’onda impetuosa della protesta è emerso invece il tentacolo politico più pericoloso, quello che ha strumentalizzato la vicenda nel peggiore dei modi.
Il vicepresidente americano Joe Biden è tra i personaggi di spicco affiorati dal maremoto della ribellione nel tentativo di governare le acque a suo favore, fornendo al corpo della ribellione una coscienza velenosa che si è mossa dal suo ventre e l’ha intossicata in profondità col filtro venefico di una piovra (…).
Dunque, l’inginocchiarsi a George Floyd nei giorni in cui la protesta veniva fagocitata e strumentalizzata politicamente, è un atto su cui si dovrebbe riflettere maggiormente (…).
Esponenti “democratici” statunitensi, impugnando lo scettro politically correct dei diritti civili, nei decenni hanno sostenuto le peggiori guerre imperialiste, distruggendo intere nazioni (…).
Pertanto, concentrare l’attenzione della protesta solo sulla solidarietà antirazzista e perdere di vista la battaglia sociale è un grave errore ed è il risultato di una tattica attuata, consapevolmente, al fine di mantenere lo stato di oppressione e disuguaglianza anche economica su scala globale.

Dal mio articolo per il blog de l’AntiDiplomatico “Mondo e Psicologia”: LINK


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