SINOSSI
A seguito dell’attivazione di protocolli di emergenza sanitaria per la gestione di una pandemia, Altea, una giovane venticinquenne, resta chiusa per un tempo interminabile nella propria abitazione.
Sola e in contatto con la figura materna attraverso uno smartphone, in una dimensione al di là dello spazio e del tempo, cerca una via di fuga dal proprio disagio psichico e da una relazione con una madre che, onnipresente, controlla ogni suo movimento.
Altea entra così in contatto con un gruppo spirituale parareligioso che promette, attraverso il web, esperienze di guarigione e purificazione, attraverso l’adesione a rituali che la porteranno a una sempre maggiore perdita di contatto con la realtà, in un crescendo di situazioni che trasformeranno la sua esistenza in modo imprevedibile e drammatico, fino a un’inaspettata possibilità di fuga dal mondo virtuale e allo svelarsi di nuovi possibili orizzonti.
L’esperienza del lockdown da covid-19 è stata vissuta in questi mesi da milioni di soggetti in tutto il Mondo, causando serie conseguenze sulla salute mentale. In tale scenario, la volontà dell’opera “Le stanze di Altea” è quella di entrare nella profondità e nel vissuto interiore della protagonista, una giovane psicologicamente vulnerabile che, come accaduto a molte persone, ha vissuto sola e persa l’isolamento da lockdown, nell’oscurità dolorosa della propria casa.